mercoledì 15 febbraio 2017

APPROFONDIMENTI: Come creare una città

Prima che cominciassi a scrivere la mia storia credevo che inventarsi una città fosse una cosa da nulla. Pensavo bastasse chiudere gli occhi e immaginarsi strade, case, abitanti.
Povero illuso!

Non so come facciano gli altri scrittori ma, per me, non è così facile.

Provando ad affidarmi alla sola fantasia, finisco inevitabilmente col sentirmi insoddisfatto, come se a quello che ho appena creato mancasse sempre qualcosa, qualche dettaglio, magari quasi invisibile, ma fondamentale per rendere il tutto più credibile.

Deve essere colpa del mio personalissimo Demone Del Realismo, una bestia insaziabile che viene a chiedermi spiegazioni per ogni riga che scrivo, pretendendo logica, razionalità e credibilità.

Gliela do vinta (quasi) sempre.

E così, ogni volta che sto lavorando su una nuova località, fosse anche un paesucolo sperduto sulle montagne, non mi basta sapere di averne bisogno proprio lì per esigenze di trama, ho bisogno di ricostruirne tutta la storia, fin nei più minimi dettagli.

Comincio sempre dal pensare a chi l’ha fondato e per quale ragione, concentrandomi soprattutto sul perché abbia scelto proprio quella valle/foresta/montagna/riva invece di quella 10 miglia più avanti.

Perché una ragione c’è sempre. Basta sfogliare un libro di storia per rendersene conto.

Certo, in alcuni casi i motivi sono più evidenti di altri ma sono convinto che nessun insediamento umano sia mai nato per caso e applico lo stesso principio alle mie storie.

C’è sempre motivo che deve aver portato a scegliere proprio quel fiume o quella montagna, basta cercarlo o, nel mio caso, immaginarlo. Poi si tratta solo di ricostruire il rapporto simbiotico che lega le città al loro ambiente circostante, capendo come l’una può aver influenzato l’altra e viceversa.

In certi casi (soprattutto quando si ha tempo da perdere), è un esercizio divertente, basta riflettere sul rapporto di causa ed effetto alla base dell’insediamento stesso.

Ad esempio, delle persone possono essersi trasferite in collina per difendersi dalle razzie; altre per sottrarsi alle acque alluvionali di un fiume. Nel primo caso, allora, avranno anche costruito delle mura che, invece, non mi aspetto di trovare nel secondo. Le stesse persone sarebbero rimaste a coltivare i fertili campi di pianura se adeguatamente protette da predoni e inondazioni, oppure avrebbero cercato fortuna in montagna, vicino pascoli dove allevare animali o cave ricche di minerali da estrarre.

Mi aspetto che le località influenzino anche il tipo di abitazioni e costruzioni che vengono costruite. Credo più facilmente all’esistenza di una fucina vicino a un fiume piuttosto che nel deserto; esattamente come ha più senso vedere un mulino in campagna, circondato dai campi coltivati, piuttosto che nel mezzo di una foresta disabitata.

Per i materiali da costruzione il ragionamento è simile: un villaggio sperduto nei boschi avrà probabilmente case fatte dello stesso legno presente nei dintorni; il paesello nato sul versante di una montagna brulla, invece, sarà probabilmente tutto di pietra.

Allo stesso modo, la posizione dell’insediamento, avrà sicuramente anche un impatto notevole sulla vita degli abitanti e sul loro modo di comportarsi. In una città di montagna è probabile che ci siano più minatori e fabbri che in una città portuale, dove invece ci saranno sicuramente più pescatori e commercianti. Nella prima le persone saranno anche più schive e peggio disposte verso i rari visitatori mentre, nella seconda, mi aspetto più accoglienza o, quantomeno, maggior abitudine a vedere facce straniere.

Tutto questo studio potrà sembrare eccessivo e quasi ossessivo ma mi sembra l’unico modo per dare vera vita ai luoghi di cui scrivo, rendendoli realistici, o quantomeno, verosimili.

Non mi aspetto certo che tutto sia spiegato alla perfezione, cerco solo di far sì che ogni comunità sembri viva, reale, come fosse tirata fuori da un libro di storia più che da uno in cui ci sono maghi e oracoli.

PS

Se vi interessa leggere la messa in pratica di questo mio approccio ricordatevi di preordinare (se non l'avete già fatto) il mio libro su Bookabook.

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Alla prossima!

L'immagine viene dall'interessantissimo sito di ricostruzione storica: http://www.angeliquecolte.com/

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